Sequestrata la villa e i beni di Giambattista De Sario per oltre 300mila euro

I Carabinieri hanno eseguito un decreto del Tribunale: sigilli ad una villa lussuosa, un deposito e un fondo rustico

giovedì 24 novembre 2022 12.19
Una lussuosa villa, un deposito e un terreno. Ad apporre i sigilli, su disposizione della magistratura, all'impero economico di Giambattista De Sario, ritenuto dagli inquirenti al vertice del clan Dello Russo, sono stati i Carabinieri che questa mattina hanno eseguito un decreto di prevenzione finalizzato alla confisca dei beni.

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I militari del Comando Provinciale di Bari, col supporto della locale Tenenza, hanno eseguito il provvedimento della sezione Misure di Prevenzione del Tribunale del capoluogo pugliese (presidente Giulia Romanazzi) su specifica richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Bari a carico dell'uomo, indagato per aver promosso e diretto un'associazione per delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti operante su Terlizzi e nelle zone limitrofe.

Secondo l'accusa l'associazione avrebbe «gestito in modo monopolistico la piazza di spaccio di Terlizzi» e per tali reati, De Sario, ritenuto al vertice del clan Dello Russo, da sempre egemone in città, è stato recentemente condannato in primo grado dal Tribunale di Bari a 20 anni di carcere. Il valore del patrimonio sottratto alla disponibilità dell'uomo e della sua famiglia è stimato in oltre 300mila euro ed è composto da una lussuosa villa, un deposito di attrezzi e un fondo rustico.


Il provvedimento del Tribunale di Bari ha accolto la proposta dell'Antimafia della locale Procura della Repubblica, formulata sulla base delle verifiche patrimoniali effettuati dalla sezione specializzata del Nucleo Investigativo che ha ricostruito sia la carriera criminale dell'uomo, sia gli introiti del nucleo familiare, fornendo un corposo quadro indiziario sulla illecita provenienza della sua ricchezza, accumulata negli ultimi 20 anni e che costituirebbe «il compendio del traffico di droga».

«L'importante risultato odierno, frutto della collaborazione tra magistratura e le componenti investigative - si legge in una nota - rappresenta un'ulteriore conferma che la criminalità organizzata va contrastata non solo attraverso un'assidua opera di prevenzione e repressione, ma attraverso attente ed scrupolose indagini di natura finanziaria e patrimoniale, due preziosi strumenti attraverso i quali vanno combattute le nuove, e più subdole, forme di manifestazione delle mafie locali».

Inoltre, durante gli accertamenti, i militari hanno rilevato l'esistenza di una sproporzione tra il patrimonio a disposizione dell'uomo ed il possesso di beni che non trovavano attinenza con il reddito dichiarato. Per gli inquirenti la sua ricchezza, accumulata negli ultimi 20 anni, costituirebbe il risultato del traffico di droga.