Ranieri replica a Grassi: «No agli amici degli amici, roba da prima repubblica»

Anche lo scrittore Brucoli offeso dalle parole di Grassi: «Non sono alla corte di nessuno»

mercoledì 26 ottobre 2016 15.05
Non si sono fatte attendere le repliche alle accuse che ieri Michele Grassi aveva rivolto al sindaco Ninni Gemmato dopo l'intitolazione della sala vendite del mercato dei fiori. Grassi aveva accusato il sindaco di circondarsi solo di «giullari di corte» e di non invitare altre autorità istituzionali, per esempio della Regione Puglia o della Camera di Commercio. Parole che, al netto della polemica politica, hanno offeso lo scrittore Renato Brucoli il quale ha precisato che «non sono un giullare di corte. Di nessuna corte, sia chiaro: né di quella di Gemmato (ammesso che ce l'abbia) né della tua (ammesso che ce l'hai). Sono semplicemente una persona libera, che cerca di dare un apporto positivo alla città, e gioisce se, anziché inserirsi nel solito gioco demolitore fra schieramenti opposti, riesce a fare qualcosa di buono e di proficuo per la comunità».

Giuseppe Ranieri, Fratelli d'Italia, replica invece così, con un filo di ironia: «Fa piacere che il consigliere Grassi abbia palesato pubblicamente i suoi reali interessi. Nei confronti di una manifestazione di carattere sociale, culturale e affettivo per il nostro territorio, il nostro ha manifestato non poco malessere perché sarebbe mancata la passerella istituzionale, i nomi altisonanti in locandina, gli stendardi … in altre parole tutta quella forma che allontana dalla sostanza.

«Ci scusiamo col signor Grassi, se non abbiamo steso lunghi tappeti rossi, previsto pass per le auto blu e organizzato servizi di scorta. Ci scusiamo se abbiamo badato alla essenzialità dei contenuti di una manifestazione dall'altissimo valore morale che celebrava un nostro concittadino. Ci scusiamo ma, in realtà, non siamo dispiaciuti che a partecipare siano state le persone semplici di Terlizzi, quelle a cui non interessavano le telecamere e le blasonature, ma ascoltare dalle parole del dottor Brucoli la storia di Pasquale Tricarico. Persone semplici esattamente come era il signor Tricarico che, ieri, abbiamo ricordato con una cerimonia sobria, sintetica ma ricca di contenuti. Persone semplici che, bene ha fatto il dottor Brucoli a ricordarglielo, non ci stanno a essere derise e offese da lei, denominate addirittura 'giullari di corte' solo per aver voluto partecipare a un bel momento collettivo.
In un momento in cui, da più parti- anche dalle alte sfere di Governo che il nostro, evidentemente, ambisce frequentare-, si invita alla sobrietà, al contenimento degli eccessi, alla moderazione, in un periodo in cui è sempre più ampio il divario tra la politica e i cittadini, stanchi di pomposi quanto inutili cerimoniali ma bisognosi di messaggi positivi solidi, noi abbiamo preferito la presenza delle persone realmente interessate a partecipare all'evento, piuttosto che la sfilata di Autorità.

«Ci scusiamo col consigliere Grassi se noi non abbiamo l'ambizione di frequentare la 'gente che conta', i suoi amici e gli amici degli amici. Ci scusiamo anche se, al contrario di lui, ci sentiamo lontani dai rigidi schemi consuetudinari della Prima Repubblica. Ci scusi, signor Grassi, se noi ci sentiamo più affini alla gente che ieri ha partecipato, commossa, allo scoprimento della targa per un concittadino che, da contadino, ha dato lustro e rinomanza al nostro territorio.
La 'gente che conta' va tenuta sicuramente nella massima considerazione. Non però nelle parate da Prima Repubblica ma in interlocuzioni, sia pubbliche che istituzionali, finalizzate alla crescita e allo sviluppo della nostra Comunità.
A proposito, signor Grassi, ma noi, ieri, non l'abbiamo vista. Capiamo che rimanere dietro allo schermo di un pc a cercare di demolire qualsiasi cosa venga portata a termine da questa Amministrazione- e di cose ultimamente ce ne sono proprio tante!- richieda molto tempo, impegno e una buona dose di creatività. Capiamo che l'assenza di presenze 'forti' e importanti, abbia costituito, per lei, valido motivo per rinunciare a partecipare, tuttavia la prossima volta, si unisca a noi e, magari, insieme, cerchiamo di far riavvicinare la gente comune, quella a cui dobbiamo risposte, quella che ci incontra per strada, alle cose positive fatte sul territorio.