Prestiti con tassi fino al 1028%, l'Antiracket di Molfetta sarà parte civile
Con l'associazione regionale, rappresentata in aula dal presidente De Scisciolo, si sono costituite anche le vittime
venerdì 28 novembre 2025
13.56
L'associazione regionale Antiracket, che ha la propria sede a Molfetta, sarà parte civile nel processo a carico di 14 persone e di una società, imputati a vario titolo per associazione per delinquere, usura aggravata, estorsione, riciclaggio, sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte e, infine, abusiva attività finanziaria.
La prima udienza si è celebrata ieri davanti al giudice dell'udienza preliminare del Tribunale di Trani, Ivan Barlafante. L'indagine della Procura della Repubblica di Trani, affidata alla Guardia di Finanza, che ha portato nell'aprile scorso all'arresto di 4 persone e al sequestro di danaro, gioielli e di quote societarie, è partita dalla denuncia di una imprenditrice, in gravissime difficoltà economiche, la quale, stanca delle continue vessazioni, aveva denunciato di essere stata vittima di usura.
Non solo: sarebbe stata destinataria di gravi e reiterate minacce da un 76enne di Terlizzi, Mario Maiellaro, il quale avrebbe agito per conto degli usurai, due fratelli di Trani, Giovanni e Lorenzo Curci, di 55 e di 54 anni. A costituirsi parte civile due imprenditori, vittime della presunta organizzazione criminale, entrambi assistiti dall'avvocato Maurizio Altomare, nonché l'associazione Antiracket che ha la propria sede a Molfetta, rappresentata in aula dal presidente Renato De Scisciolo.
Nel corso delle indagini erano state individuate altre vittime, alcune delle quali hanno deciso di denunciare solo dopo l'esecuzione gli arresti. Due degli imputati hanno preannunciato l'intenzione di patteggiare, mentre per gli altri l'udienza è stata aggiornata al 4 dicembre. In quella data si deciderà sul loro rinvio a giudizio.
La prima udienza si è celebrata ieri davanti al giudice dell'udienza preliminare del Tribunale di Trani, Ivan Barlafante. L'indagine della Procura della Repubblica di Trani, affidata alla Guardia di Finanza, che ha portato nell'aprile scorso all'arresto di 4 persone e al sequestro di danaro, gioielli e di quote societarie, è partita dalla denuncia di una imprenditrice, in gravissime difficoltà economiche, la quale, stanca delle continue vessazioni, aveva denunciato di essere stata vittima di usura.
Non solo: sarebbe stata destinataria di gravi e reiterate minacce da un 76enne di Terlizzi, Mario Maiellaro, il quale avrebbe agito per conto degli usurai, due fratelli di Trani, Giovanni e Lorenzo Curci, di 55 e di 54 anni. A costituirsi parte civile due imprenditori, vittime della presunta organizzazione criminale, entrambi assistiti dall'avvocato Maurizio Altomare, nonché l'associazione Antiracket che ha la propria sede a Molfetta, rappresentata in aula dal presidente Renato De Scisciolo.
Nel corso delle indagini erano state individuate altre vittime, alcune delle quali hanno deciso di denunciare solo dopo l'esecuzione gli arresti. Due degli imputati hanno preannunciato l'intenzione di patteggiare, mentre per gli altri l'udienza è stata aggiornata al 4 dicembre. In quella data si deciderà sul loro rinvio a giudizio.