Mercato ortofrutticolo di Terlizzi: la critica dell'UDC sulle alienazioni

Il partito centrista: «È snaturato il ruolo pubblico di sostegno all'economia agricola locale»

sabato 10 maggio 2025
Il circolo terlizzese dell'UDC avanza delle riflessioni critiche sulla sorte del mercato ortofrutticolo, dal momento che sono previste altre alienazioni. Nel delineare le contestazioni, il partito centrista si concentra su alcuni punti focali, quali il valore strategico del bene, la coerenza con i programmi europei e regionali, l'opportunità di finanziamento, l'impatto sulla comunità.

A fronte delle lamentele, però, lo stesso UDC formula delle proposte, quali il ritiro immediato dell'atto di alienazione e la candidatura a taluni finanziamenti.

Di seguito, la nota stampa completa del direttivo dell'UDC di Terlizzi.

Nel 2013 l'amministrazione di centrodestra iniziò con l'alienazione di una porzione di suolo dove è sorta una palazzina; nel 2025 l'amministrazione di centrosinistra mette in previsione l'alienazione di un'altra porzione di suolo.
Una strategia trasversale?
Alienare un bene pubblico come il mercato ortofrutticolo di Terlizzi che opera da oltre 70 anni, attivo in un'area agricola vocata, può essere di nocumento alle prospettive di sviluppo economico ed occupazionale.
Ecco perché:
1. Valore strategico del bene
Un mercato ortofrutticolo attivo rappresenta una struttura strategica per il sistema agroalimentare locale, soprattutto in un territorio dove l'agricoltura ha un ruolo economico e sociale rilevante. Non è un semplice immobile, ma un'infrastruttura funzionale alla filiera agricola e commerciale.
2. Coerenza con i programmi europei e regionali
I programmi comunitari (come il PSR - Programma di Sviluppo Rurale) e i fondi regionali promuovono il rafforzamento delle filiere locali, la logistica agricola, la valorizzazione dei mercati di prossimità. L'alienazione del bene risulta incoerente con questi obiettivi e, quindi, politicamente in contrasto con le misure di sviluppo.
3. Opportunità di finanziamento
Invece di vendere o "alienare" per fini speculativi, si propone un progetto di riqualificazione e ammodernamento multifunzionale del mercato, sfruttando i fondi disponibili.
La mancata esplorazione di queste opportunità è percepita come una miopia strategica da parte dell'amministrazione.
4. Impatto sulla comunità
Un mercato pubblico può avere anche una valenza sociale e culturale, non solo economica.
La sua alienazione è di fatto una perdita di patrimonio comune, soprattutto se non compensata da progetti concreti alternativi. In sintesi, l'alienazione è percepita come un errore strategico e una perdita di visione di lungo termine, specialmente se esistono fondi e strumenti che permetterebbero un rilancio del bene.

Sull'ipotesi di alienazione del mercato ortofrutticolo comunale o parti di esso, riteniamo che in un momento in cui le istituzioni europee, nazionali e regionali pongono grande attenzione al rilancio dell'agricoltura locale, alla valorizzazione delle filiere corte e alla sostenibilità dei sistemi agroalimentari, l'ipotesi di alienare un'infrastruttura pubblica come il mercato ortofrutticolo comunale appare profondamente inopportuna, miope e politicamente discutibile.
Il mercato rappresenta un presidio economico e sociale strategico per il nostro territorio, vocato all'agricoltura e caratterizzato dalla presenza di piccole e medie imprese agricole che trovano proprio in questa struttura uno spazio fondamentale di interscambio e valorizzazione delle produzioni locali.

L'alienazione del bene comune:

  • snatura il ruolo pubblico di sostegno all'economia agricola locale,
  • ignora la possibilità di utilizzare fondi comunitari e regionali per la riqualificazione e l'ammodernamento della struttura,
  • espone il territorio al rischio di perdere un'infrastruttura essenziale, che potrebbe, invece, essere rilanciata come polo logistico, spazio multifunzionale o mercato di prossimità.

È nostro dovere chiedere:

  • Il ritiro immediato dell'atto di alienazione e la sospensione di ogni procedura ad esso collegata;
  • La predisposizione di una candidatura progettuale per accedere ai fondi disponibili nell'ambito del PSR, del PNRR o altri strumenti di finanziamento.

Il nostro territorio ha bisogno di visione imprenditoriale e di coraggio. Cedere un bene comune senza una strategia alternativa significa rinunciare al futuro agricolo e sostenibile della nostra comunità.