"Luce Nera", le poesie di Nicola Vacca presentate a Terlizzi

“Mi esprimo attraverso i versi. Le parole vanno scagliate come dardi al fine di creare tagli e cesure: in questo modo è possibile scorticare l’indifferenza”

giovedì 15 ottobre 2015 11.05
A cura di Vincenza Urbano
"Luce Nera" è l'ultima seducente raccolta di poesie dell'eclettico gioiese Nicola Vacca, scrittore, opinionista e critico letterario che ieri sera, presso l'accogliente libreria "Le Città Invisibili", ha offerto numerosi spunti di riflessione sulla realtà in cui viviamo, proponendo la lettura di alcuni versi della sua opera, coadiuvato nel reading da Elisabetta Stragapede e Pasqua Demetrio. Vacca per la seconda volta, in meno di un anno, è stato ospite della stessa libreria: protagonista, a gennaio, il suo "Sguardi dal Novecento", un insieme di saggi su venti figure atipiche di scrittori della letteratura italiana del secolo scorso.

"Luce Nera", ossimoro volto a sottolineare l'accostamento tra le tenebre e la luminosità, si personifica come un'estrinsecazione oggettiva dell'intera esistenza, che punta il dito verso l'attuale e reiterato degrado sociale, nella consapevolezza allarmante di un "decadentismo" sempre più diffuso. La vivacità argomentativa delle poesie, in una vitale dicotomia tra immagini e parole, è tesa alla continua ricerca di uno spiraglio di luce: "anche nel deserto ci vuole coraggio per coltivare la bellezza di una rosa", cantano i versi di Vacca.

Definendosi come antidoto ai rumori del quotidiano, l'impiego delle parole può condurre ad una grave afflizione dell'animo, sfociando solo in apparenza in un torbido nichilismo. "Mi esprimo attraverso i versi. Le parole vanno scagliate come dardi al fine di creare tagli e cesure: in questo modo è possibile scorticare l'indifferenza", spiega il poeta,"Soltanto se le parole pugnalano, le ferite potranno essere rimarginate. Lo squarcio nel buio rappresenta l'unica via di scampo per far filtrare raggi di luce."