Lo scrittore Giuseppe Dicuonzo Sansa racconta le foibe

Terlizzi celebra la Giornata del Ricordo venerdì alle ore 10.30 al "de Gemmis"

giovedì 11 febbraio 2016 6.48
In occasione del 'Giorno del Ricordo', istituito nella giornata del 10 febbraio, l'Amministrazione Comunale ha previsto, per venerdì 12 alle ore 10.30, un evento dal titolo "Storie e memorie come valori nella Giornata dedicata al Ricordo".

La conferenza, che vedrà quale relatore lo scrittore e studioso della tragedia giuliano-dalmata, Giuseppe Dicuonzo Sansa, esule polesano e testimone oculare di quel tragico periodo, avrà luogo presso l'Istituto Professionale per l'Agricoltura, l'Industria e l'Artigianato "Gennaro de Gemmis" di Terlizzi.

"Occorre che davvero tutti conservino la memorie di quelle tragiche vicende e commemorino le vittime dei massacri delle foibe e dell'esodo giuliano-dalmata- è stato il commento dell'Assessore Marina Cagnetta- Tanto più dovrà impegnarsi a farlo una Comunità che, purtroppo, piange una vittima di quella follia: la concittadina Rosa Vendola, insegnante terlizzese emigrata a Trieste che, a 46 anni, venne fatta precipitare e lasciata morire in un inghiottitoio carsico della zona, secondo l' atroce copione ripetutamente adottato in quei giorni. Al di là del fatto che ci sia una legge nazionale a 'ricordare di ricordarci' di questa giornata, non dimenticare gli infoibati ed, in genere, tutti coloro che sono vittime delle ingiustizie di cui la Storia mondiale, purtroppo anche ai giorni nostri, non ci fa mancare esempio, è un dovere morale. Quello che spero è soprattutto che iniziative come questa invoglino i giovani a studiare la Storia. Solo così potremo costruire una solida coscienza nazionale".

"Ricordo che, appena eletto Sindaco ho chiesto al nipote della Signora Vendola di procurarmi una sua foto: oggi, infatti, l'immagine di Rosa Vendolaè appesa insieme a quelle di altri due martiri terlizzesi, Don Pietro Pappagallo e Gioacchino Gesmundo, nella casa comunale- le parole del Primo Cittadino, Ninni Gemmato- Sono trascorsi oltre settant'anni e, ancora, la storia della concittadina e di tutti quelli che con lei hanno trovato la morte nelle 'Foibe', spesso per il sol fatto di essere cittadini italiani, mette ancora i brividi. Ancor di più, se si pensa che quella pagina nera della storia nazionale è stata scritta in una città che si accingeva a festeggiare la fine della seconda grande guerra. La difficoltà nel comprendere la gratuità di quel male rende la nostra ferita ancor più dolorosa. Ma, pur nella umana impossibilità di comprendere appieno i fatti, possiamo impegnarci per conservare la memoria e per rinnovarla e diffonderla a quante più generazioni possibili. Tutti possiamo e dobbiamo essere 'veicolo' della verità storica".
Di più, se si pensa che quella pagina nera della storia nazionale è stata scritta in una città che si accingeva a festeggiare la fine della seconda grande guerra. La difficoltà nel comprendere la gratuità di quel male rende la nostra ferita ancor più dolorosa. Ma, pur nella umana impossibilità di comprendere appieno i fatti, possiamo impegnarci per conservare la memoria e per rinnovarla e diffonderla a quante più generazioni possibili. Tutti possiamo e dobbiamo essere 'veicolo' della verità storica".