La colva, una tradizione che arriva da lontano

Il dolce povero del mondo contadino preparato a suffragio dei defunti

lunedì 2 novembre 2015 21.44
A cura di Rossella Paduanelli
La colva è una specialità culinaria che si prepara il 2 novembre, giorno di commemorazione dei defunti, a suffragio dei cari che non ci sono più.
Diffusa in tutta la regione, nel foggiano prende il nome di "grano dei morti" dal suo ingrediente principale. Seppur nelle diverse varianti che possono prevedere l'aggiunta di cioccolato, pepe, uva e fichi; infatti, quello che non deve mancare è il grano, insieme a mandorle noci e nocciole, chicchi di melagrana e vincotto. Un dolce antico, di origine contadina, fatto con i prodotti della terra, molto semplice da preparare ma ricco di calorie.
La colva, in vero, ha origini molto antiche. Il suo nome, infatti, sembra derivi direttamente dal greco kóllyva/kóllyba (frumentum coctum), una vivanda a base di grano cotto, spesso mescolato con chicchi di melograno, uva passa, farina, zucchero in polvere, ed altri ingredienti, e, alla fine della messa di requie, viene servita ai presenti, in chiesa, a glorificazione dei defunti. Sembra, poi, che la kóllyva venga consumata sulla tomba del defunto fino a quaranta giorni dopo il decesso.
La colva, infine, è ricchissima di simbolismo: il vino e il grano rappresentano la rinascita, la melagrana ricorda il sangue ed è simbolo di fertilità come il fico, la noce simbolo di vita e morte. Simbolicamente è la riaffermazione della vita che primeggia sul ciclo della vita-morte-vita.