«L’uomo al centro»: il messaggio del secondo appuntamento del Festival per la legalità

Il prossimo 8 ottobre la terza serata con la presentazione del libro "Faccia da mostro" di Lirio Abbate

domenica 12 settembre 2021 13.16
A cura di Vincenza Urbano
«L'uomo al centro» è il messaggio chiave emerso nel corso del secondo appuntamento del Festival per la legalità 2021 lo scorso venerdì 10 settembre. Sei relatori qualificati e dai background differenti hanno spaziato notevolmente in un paio d'ore di dibattito dai crimini ambientali al finalismo rieducativo della pena volto alla possibile reimmissione nel contesto sociale dei detenuti.

Un tributo al valore della persona e ai suoi diritti inviolabili che ha trovato consacrazione nelle testimonianze ecclesiastiche, politiche, giornalistiche e pedagogistiche. «La custodia dell'ambiente è strettamente interconnessa con la riscoperta dell'umanità e del senso di fraternità», chiosa Mons. Giovanni Ricchiuti, presidente di Pax Christi, nonché vescovo di Altamura, Gravina e Acquaviva delle Fonti, sostenendo che «la Chiesa non può tacere dinanzi agli scempi ambientali, ma al contrario deve dare atto della sua capacità di azione in maniera capillare».

Gli intrecci che negli anni si sono affinati tra criminalità e imprenditoria ha dato i natali a nuovi organismi ibridi: aziende che hanno internalizzato l'agire illecito gestendo, specialmente nel settore dei rifiuti, gli sversamenti illegali, i sotterramenti delle scorie, le esportazioni all'estero. Se un tempo ci si rivolgeva alla malavita per trovare escamotage volti a sviare cavilli e lungaggini burocratiche, adesso si incarna da sé il prototipo delinquenziale travestito da colletti bianchi.

«È importante che qualcuno martelli questi signori in maniera costante così da non lasciare loro vita facile», commenta da buon professionista Pino Ciociola, giornalista di Avvenire. Di certo risulta difficile tagliare di netto gli affari loschi, eppure stare alle calcagna con inchieste e divulgazione di informazioni, spiattellando almeno il marciume tracciabile, aiuta i cittadini ad acquisire maggiore consapevolezza e le autorità a intervenire in maniera consona.

Oramai rispecchia maggiormente la realtà parlare al plurale di «terre dei fuochi». Non è più solo la Campania, infatti, a essere martoriata da discariche abusive, roghi appiccati di rifiuti urbani e speciali, falde acquifere inquinate, prodotti alimentari contaminati. Anche nel suo piccolo Terlizzi vede denunciare sovente, come accaduto in questi mesi estivi, incendi di spazzatura che divampano pure più volte al giorno.

La salvaguardia del creato è compito di ciascun cittadino. Occorre «mettere insieme il bene personale con il bene comune e fiorire in qualsiasi luogo ci troviamo», sono le parole di don Maurizio Patriciello, personalità istrionica che ha conquistato la scena del Chiostro delle Clarisse con la sua verve frizzantina e avvolgente.

Patriciello svolge la sua missione cristiana a Caivano, cittadina in provincia di Napoli, in cui le vite spezzate si contano a bizzeffe sia per le malattie oncologiche diffusissime sia per l'irresponsabilità di numerosi giovani che auto-sabotano la propria esistenza. «Tuttavia siamo condannati a sperare», ironizza il parroco che con solerzia, attraverso la sua attività quotidiana, aiuta centinaia di persone a tirare avanti.

E la politica cosa fa? La visione offerta da Sabino Zinni, notaio ed ex consigliere regionale pugliese, non è delle più rosee: a tratti coglie «autoreferenzialità e disinteresse della politica stessa a escogitare soluzioni». Il nodo si scioglierebbe se si facesse breccia a monte con la selezione della classe dirigente attuando una «strategia dell'attenzione».

Più morbido l'approccio della senatrice Angela Bruna Piarulli che in qualità di legislatore ha tenuto a far sentire vicina la presenza dello Stato nella tutela dell'ambiente, enunciando tra gli obiettivi dell'agenda del Parlamento quello di adeguare l'intera Italia all'economia green in maniera più decisa e incisiva.

La salute del territorio si sposa con la salute psicologica di tutti quei condannati che si trovano a scontare la pena nelle carceri per i reati precedentemente commessi. Un sostegno alla genitorialità maschile è l'obiettivo del progetto "Padri in pena", ideato dalla criminologa e pedagogista Simona D'Agostino e condiviso favorevolmente dalla medesima onorevole Piarulli e dalla Fondazione Casillo.

Di Secondigliano e Trani sono gli istituti penitenziari coinvolti nello studio sperimentale teso a inserirsi, mediante l'introspezione personale del metodo autobiografico, nelle menti e nei cuori di papà colpevoli che mostrano attitudini a ripristinare un rapporto sano con i propri figli. Nonostante gli iniziali scetticismi sulla pianificazione del lavoro, D'Agostino ha proseguito con determinazione, lieta di affrontare il microcosmo del carcere in un'ottica di umanità.

I relatori hanno così onorato l'associazione "È fatto giorno" la quale ha donato, in segno di riconoscenza e gratitudine per l'attivismo incessante, la targa di "Eroi borghesi" a Mons. Ricchiuti, a don Maurizio Patriciello e a Pino Ciociola quale segno di ammirazione e profonda stima.

L'ultimo incontro della X edizione del Festival per la legalità si terrà tra meno di un mese, venerdì 8 ottobre, all'interno del Chiostro delle Clarisse, con la presentazione del libro di Lirio Abbate, "Faccia da mostro" (Rizzoli editore).
Dibattito ecomafie e carceri
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