Il pm Cosentino protagonista all'ultima serata del Festival per la Legalità

In scena al Mar, la piece “Un diritto messo di traverso”

domenica 10 luglio 2016 11.59
A cura di Vincenza Urbano
È volta al termine la quinta edizione del Festival per la Legalità con una singolare e apprezzata performance teatrale dal nome "Un diritto messo di traverso", diretta e interpretata dall'istrionico pubblico ministero Salvatore Cosentino che con una verve travolgente, ironica ed ilare, ha portato in scena presso il Mat storie vere e verosimili, molto spesso tratte dai fascicoli processuali.

Nato a Modena, ma leccese d'adozione, classe 1966, Cosentino diventa all'età di 25 anni uno di quei giovanissimi magistrati che l'allora Presidente della Repubblica Francesco Cossiga ribattezzò "giudici ragazzini". Sostituto Procuratore presso il Tribunale di Locri, da sempre in prima linea nella lotta contro la 'ndrangheta, Cosentino affianca al diritto la sua grande passione per il teatro, evidenziando come la realtà dei casi concreti talvolta possa superare la finzione di un palcoscenico.
Con uno spettacolo divertente e formativo di circa due ore, Cosentino ha ripercorso l'ingarbugliato mondo dei giuristi attraverso l'arte declinata nelle sue molteplici forme, pittura, musica e cinema. «I giudici a volte si collocano al di sopra delle parti, anziché vicino ad esse. Il diritto deve tornare all'uomo. Avere fra le mani un fascicolo processuale significa decidere della vita delle persone. Dentro la sua toga nera, il magistrato non è certo un Dio.»
Il linguaggio del diritto, sovente artefatto, contorto e barocco, allontana il cittadino dalla legge; le "circonvoluzioni verbali e mentali creano un drastico effetto vertigine" che perpetuano inesorabilmente il potere della casta dei giudici: la burocrazia e l'eccesso di rettitudine alimentano un grottesco fanatismo che sfocia in stereotipi e pregiudizi.

«Oggi viviamo in una società telecratica fondata sul mercato, in cui la giustizia si fa televisiva ed ogni casa diventa un tribunale» spiega il sostituto procuratore della repubblica nelle sue vesti di attore «La criminalità si combatte non solo con i codici, ma anche e soprattutto con l'educazione e la cultura. La mafia non sarà sconfitta solo da un esercito della Digos ma da un'armata di maestri di scuola elementare».