Festa della Repubblica, De Chirico: «Italia forgiata sulle devastazioni delle guerre»
Il discorso del sindaco di Terlizzi durante le celebrazioni del 2 giugno
lunedì 2 giugno 2025
13.07
Si sono svolte questa mattina, 2 giugno, a Terlizzi, le celebrazioni per il 79° anniversario della Repubblica italiana.
Sin dalle 9.30 c'è stato il giro del Complesso Bandistico Giovanile "Città di Terlizzi" per le vie cittadine. Alle 10.30, da corso Vittorio Emanuele II si è mosso un corteo con le autorità civili e militari e con le associazione d'Arma ed in piazza Cavour è stata posta una corona d'alloro al Monumento ai Caduti di tutte le guerre.
Lì, il sindaco Michelangelo De Chirico ha tenuto un discorso, condensato poi in un post social pubblicato qualche minuto più tardi: «Il 2 giugno, Festa della Repubblica, ci invita a riflettere sulla nascita dell'Italia democratica, forgiata dopo le devastazioni delle due guerre mondiali - è stato il suo monito -. La Repubblica siamo noi, è fatta dalle persone che ogni giorno si impegnano per il suo progresso. Che questa giornata sia l'occasione per rinnovare il nostro impegno verso la nostra amata Italia, con la consapevolezza che la Repubblica è un bene prezioso che va curato, difeso e migliorato ogni giorno. Oggi e sempre buona Festa della Repubblica a tutti noi, che cerchiamo di essere all'altezza dei valori che hanno ispirato la Costituzione», ha concluso il primo cittadino.
Il corteo ha quindi fatto ritorno in corso Vittorio Emanuele II, sede provvisoria dell'ente, dove si è sciolto.
IL DISCORSO COMPLETO DEL SINDACO
«Carissimi concittadini e concittadine, autorità civili e militari, forze dell'ordine, rappresentanti delle Istituzioni, associazioni combattentistiche e d'arma, ragazzi e ragazze, rivolgo a voi il mio più cordiale saluto.
Il 2 giugno del 1946 l'Italia, appena uscita dalla Seconda Guerra Mondiale, sceglieva, con una votazione popolare, di scrivere una nuova pagina della sua storia.
Esaurito il ventennio di dittatura fascista, per la prima volta la società italiana viveva l'esperienza di libere elezioni a suffragio universale maschile e femminile.
La Festa della Repubblica che si celebra quest'oggi ricorda il referendum istituzionale con cui i cittadini italiani, chiamati a scegliere tra Monarchia e Repubblica, scelsero la Repubblica.
L'affluenza al voto fu altissima, gli aventi diritto al voto erano circa 28 milioni, i votanti furono quasi 25 milioni. Le cronache dell'epoca registravano un'affluenza alle urne che di provincia in provincia variava dal 75% al 90% degli aventi diritto.
A Terlizzi i voti validi furono 11.136 su 13.036 aventi diritto al voto. Per la Monarchia votarono il 71% dei votanti, per la Repubblica 28,9%. Il dato fu in linea con il voto della provincia di Bari; solo nei comuni di Andria, Canosa, Gravina, Minervino, Santeramo e Spinazzola i voti per la Repubblica furono maggiori rispetto a quelli pro Monarchia.
Va detto che il nostro Paese nel 1946, dopo un ventennio di dittatura fascista era fortemente arretrato culturalmente, socialmente ed economicamente e si accingeva ad affrontare la vita democratica con un alto tasso di analfabetismo.
Il 2 giugno è una giornata che porta con sé un immenso significato simbolico, dato dalla valorizzazione della democrazia, della libertà, della pace e della solidarietà, che segnarono un nuovo inizio per la storia dell'Italia e che oggi sentiamo vicine più che mai.
Festeggiare la nascita della Repubblica Italiana assume tanti significati:
il ricordo della lungimiranza dei nostri padri e dei nostri nonni che ci hanno permesso di vivere in un Paese senza guerre;
l'apertura piena al diritto di voto per le donne;
la creazione di una democrazia.
Una data, quella odierna, che oggi assume un significato ancor più profondo. Attraversiamo un periodo che ci pone di fronte alla volontà, sempre più forte, di costruire insieme un futuro di pace, lontano da tutti quei conflitti che, purtroppo, da anni ed in questi ultimi mesi ancor più, stravolgono interi popoli.
I telegiornali quotidianamente ci fanno sprofondare nella tristezza più assoluta, immagini di città distrutte, popoli ridotti allo stremo delle forze, bambini costretti a patire la fame e le sofferenze più atroci, molti dei quali ormai orfani di padre e di madre. Difronte a tutto questo dobbiamo comprendere che la pace non è scontata. La risoluzione delle controversie attraverso la supremazia sull'altro e il ricorso alle armi è una sconfitta per l'umanità tutta, non solo per i popoli che vivono il conflitto sul proprio territorio.
Mentre celebriamo i valori fondanti della nostra Repubblica, è impossibile ignorare la realtà di milioni di persone che vivono in un incubo costante. A loro viene strappata la quotidianità, la possibilità di sognare un domani sereno, e in cambio ricevono solo le cicatrici indelebili della guerra. Questi uomini e queste donne non possono più permettersi il lusso di un futuro spensierato; vivono un presente di terrore che li segnerà per sempre.
In un contesto così drammatico, il 2 giugno diventa un monito e un invito all'azione. Essere "costruttori di pace, democrazia e libertà" significa prendere coscienza di queste sofferenze e impegnarsi attivamente per un cambiamento. Significa difendere i diritti umani, promuovere il dialogo e lavorare instancabilmente affinché le guerre assurde lascino il posto alla comprensione e alla cooperazione. Solo così potremo sperare di restituire ai bambini, agli uomini e alle donne di tutto il mondo la possibilità di sognare e di vivere una vita degna di essere vissuta.
La forza della Repubblica risiede nella solidarietà e nell'unità di una comunità coesa e animata dalla volontà di perseguire il bene comune. Il rispetto della dignità della persona umana, l'uguaglianza morale e giuridica, la libertà di opinione, di stampa, di riunione, di associazione, di religione, il diritto all'istruzione, alla salute, la giustizia, il riconoscimento del valore di ogni lavoro e la tutela di tutti i lavoratori, il riconoscimento della funzione essenziale della famiglia, costituiscono il sistema di principi fondamentali riconosciuti dalla nostra Costituzione.
Desidero rivolgermi soprattutto ai più giovani, così da supportarli nella comprensione di questa celebrazione del 2 giugno, esortandoli a rendersi interpreti dello straordinario patrimonio di libertà che nel 1946 ci è stato garantito. Festeggiare il 2 giugno non è un esercizio di memoria storica, ma la celebrazione del futuro della Repubblica, di cui i giovani sono e saranno i protagonisti.
La scuola è il luogo dove si impara ad amare tutto questo. Non voltatevi mai dall'altra parte ragazzi, scegliete sempre di non restare indifferenti, come scelse con lungimiranza il popolo italiano il 2 giugno di 79 anni fa, e come sancisce l'anima della nostra Costituzione repubblicana.
La Repubblica siamo noi, è fatta dalle persone che ogni giorno si impegnano per il suo progresso.
La Repubblica sono le persone che quotidianamente si impegnano con il proprio lavoro. Ricordiamo che nell'art. 1 della nostra Costituzione si afferma che l'Italia è "fondata sul lavoro".
Il lavoro è stato il motore delle trasformazioni del nostro Paese. Occorre che tutti abbiano l'opportunità di realizzarsi attraverso il lavoro, di crescere e apportare benefici alla società attraverso il proprio impegno ed il proprio ingegno.
La Repubblica sono le persone che si impegnano nelle Istituzioni a partire da un Comune come il nostro fino ai più alti livelli.
La Repubblica sono le persone che compongono le nostre Forze dell'Ordine, che tanto hanno dato e ancora tanto danno per il nostro Paese, per la sicurezza e serenità di noi tutti.
La Repubblica sono le persone che ogni giorno si impegnano con gesti di solidarietà, con il volontariato, nell'impegno quotidiano a favore dell'altro.
La Repubblica sono le persone che lavorano nei luoghi di cura per assicurare ai cittadini salute e benessere.
La Repubblica sono i giovani che devono avere l'opportunità di realizzarsi con uno sguardo sul futuro.
La Repubblica sono le donne e gli uomini che quotidianamente difendono i valori della nostra Costituzione, ognuno nel proprio ruolo, incarnandoli nell'agire quotidiano.
Oggi, a distanza di quasi ottant'anni, i principi su cui si fonda la nostra Repubblica sono più che mai attuali. In un mondo complesso e in continua evoluzione, è fondamentale custodire e promuovere i valori di democrazia, tolleranza e inclusione.
È nostra responsabilità quotidiana difendere la legalità, promuovere la giustizia sociale, tutelare l'ambiente e costruire un futuro di pace e prosperità. Il 2 giugno è un invito all'azione per il presente e per il futuro che deve coinvolgere soprattutto le nuove generazioni: a loro spetta il compito di portare avanti l'eredità dei padri costituenti, di innovare, di creare, di impegnarsi per un'Italia sempre più giusta, solidale e aperta.
Che questa giornata sia l'occasione per rinnovare il nostro impegno verso la nostra amata Italia, con la consapevolezza che la Repubblica è un bene prezioso che va curato, difeso e migliorato ogni giorno.
Oggi e sempre buona Festa della Repubblica a tutti noi, che cerchiamo di essere all'altezza dei valori che hanno ispirato la Costituzione.
Viva il 2 giugno, viva la Repubblica, viva la Costituzione, viva l'Italia».
Sin dalle 9.30 c'è stato il giro del Complesso Bandistico Giovanile "Città di Terlizzi" per le vie cittadine. Alle 10.30, da corso Vittorio Emanuele II si è mosso un corteo con le autorità civili e militari e con le associazione d'Arma ed in piazza Cavour è stata posta una corona d'alloro al Monumento ai Caduti di tutte le guerre.
Lì, il sindaco Michelangelo De Chirico ha tenuto un discorso, condensato poi in un post social pubblicato qualche minuto più tardi: «Il 2 giugno, Festa della Repubblica, ci invita a riflettere sulla nascita dell'Italia democratica, forgiata dopo le devastazioni delle due guerre mondiali - è stato il suo monito -. La Repubblica siamo noi, è fatta dalle persone che ogni giorno si impegnano per il suo progresso. Che questa giornata sia l'occasione per rinnovare il nostro impegno verso la nostra amata Italia, con la consapevolezza che la Repubblica è un bene prezioso che va curato, difeso e migliorato ogni giorno. Oggi e sempre buona Festa della Repubblica a tutti noi, che cerchiamo di essere all'altezza dei valori che hanno ispirato la Costituzione», ha concluso il primo cittadino.
Il corteo ha quindi fatto ritorno in corso Vittorio Emanuele II, sede provvisoria dell'ente, dove si è sciolto.
IL DISCORSO COMPLETO DEL SINDACO
«Carissimi concittadini e concittadine, autorità civili e militari, forze dell'ordine, rappresentanti delle Istituzioni, associazioni combattentistiche e d'arma, ragazzi e ragazze, rivolgo a voi il mio più cordiale saluto.
Il 2 giugno del 1946 l'Italia, appena uscita dalla Seconda Guerra Mondiale, sceglieva, con una votazione popolare, di scrivere una nuova pagina della sua storia.
Esaurito il ventennio di dittatura fascista, per la prima volta la società italiana viveva l'esperienza di libere elezioni a suffragio universale maschile e femminile.
La Festa della Repubblica che si celebra quest'oggi ricorda il referendum istituzionale con cui i cittadini italiani, chiamati a scegliere tra Monarchia e Repubblica, scelsero la Repubblica.
L'affluenza al voto fu altissima, gli aventi diritto al voto erano circa 28 milioni, i votanti furono quasi 25 milioni. Le cronache dell'epoca registravano un'affluenza alle urne che di provincia in provincia variava dal 75% al 90% degli aventi diritto.
A Terlizzi i voti validi furono 11.136 su 13.036 aventi diritto al voto. Per la Monarchia votarono il 71% dei votanti, per la Repubblica 28,9%. Il dato fu in linea con il voto della provincia di Bari; solo nei comuni di Andria, Canosa, Gravina, Minervino, Santeramo e Spinazzola i voti per la Repubblica furono maggiori rispetto a quelli pro Monarchia.
Va detto che il nostro Paese nel 1946, dopo un ventennio di dittatura fascista era fortemente arretrato culturalmente, socialmente ed economicamente e si accingeva ad affrontare la vita democratica con un alto tasso di analfabetismo.
Il 2 giugno è una giornata che porta con sé un immenso significato simbolico, dato dalla valorizzazione della democrazia, della libertà, della pace e della solidarietà, che segnarono un nuovo inizio per la storia dell'Italia e che oggi sentiamo vicine più che mai.
Festeggiare la nascita della Repubblica Italiana assume tanti significati:
il ricordo della lungimiranza dei nostri padri e dei nostri nonni che ci hanno permesso di vivere in un Paese senza guerre;
l'apertura piena al diritto di voto per le donne;
la creazione di una democrazia.
Una data, quella odierna, che oggi assume un significato ancor più profondo. Attraversiamo un periodo che ci pone di fronte alla volontà, sempre più forte, di costruire insieme un futuro di pace, lontano da tutti quei conflitti che, purtroppo, da anni ed in questi ultimi mesi ancor più, stravolgono interi popoli.
I telegiornali quotidianamente ci fanno sprofondare nella tristezza più assoluta, immagini di città distrutte, popoli ridotti allo stremo delle forze, bambini costretti a patire la fame e le sofferenze più atroci, molti dei quali ormai orfani di padre e di madre. Difronte a tutto questo dobbiamo comprendere che la pace non è scontata. La risoluzione delle controversie attraverso la supremazia sull'altro e il ricorso alle armi è una sconfitta per l'umanità tutta, non solo per i popoli che vivono il conflitto sul proprio territorio.
Mentre celebriamo i valori fondanti della nostra Repubblica, è impossibile ignorare la realtà di milioni di persone che vivono in un incubo costante. A loro viene strappata la quotidianità, la possibilità di sognare un domani sereno, e in cambio ricevono solo le cicatrici indelebili della guerra. Questi uomini e queste donne non possono più permettersi il lusso di un futuro spensierato; vivono un presente di terrore che li segnerà per sempre.
In un contesto così drammatico, il 2 giugno diventa un monito e un invito all'azione. Essere "costruttori di pace, democrazia e libertà" significa prendere coscienza di queste sofferenze e impegnarsi attivamente per un cambiamento. Significa difendere i diritti umani, promuovere il dialogo e lavorare instancabilmente affinché le guerre assurde lascino il posto alla comprensione e alla cooperazione. Solo così potremo sperare di restituire ai bambini, agli uomini e alle donne di tutto il mondo la possibilità di sognare e di vivere una vita degna di essere vissuta.
La forza della Repubblica risiede nella solidarietà e nell'unità di una comunità coesa e animata dalla volontà di perseguire il bene comune. Il rispetto della dignità della persona umana, l'uguaglianza morale e giuridica, la libertà di opinione, di stampa, di riunione, di associazione, di religione, il diritto all'istruzione, alla salute, la giustizia, il riconoscimento del valore di ogni lavoro e la tutela di tutti i lavoratori, il riconoscimento della funzione essenziale della famiglia, costituiscono il sistema di principi fondamentali riconosciuti dalla nostra Costituzione.
Desidero rivolgermi soprattutto ai più giovani, così da supportarli nella comprensione di questa celebrazione del 2 giugno, esortandoli a rendersi interpreti dello straordinario patrimonio di libertà che nel 1946 ci è stato garantito. Festeggiare il 2 giugno non è un esercizio di memoria storica, ma la celebrazione del futuro della Repubblica, di cui i giovani sono e saranno i protagonisti.
La scuola è il luogo dove si impara ad amare tutto questo. Non voltatevi mai dall'altra parte ragazzi, scegliete sempre di non restare indifferenti, come scelse con lungimiranza il popolo italiano il 2 giugno di 79 anni fa, e come sancisce l'anima della nostra Costituzione repubblicana.
La Repubblica siamo noi, è fatta dalle persone che ogni giorno si impegnano per il suo progresso.
La Repubblica sono le persone che quotidianamente si impegnano con il proprio lavoro. Ricordiamo che nell'art. 1 della nostra Costituzione si afferma che l'Italia è "fondata sul lavoro".
Il lavoro è stato il motore delle trasformazioni del nostro Paese. Occorre che tutti abbiano l'opportunità di realizzarsi attraverso il lavoro, di crescere e apportare benefici alla società attraverso il proprio impegno ed il proprio ingegno.
La Repubblica sono le persone che si impegnano nelle Istituzioni a partire da un Comune come il nostro fino ai più alti livelli.
La Repubblica sono le persone che compongono le nostre Forze dell'Ordine, che tanto hanno dato e ancora tanto danno per il nostro Paese, per la sicurezza e serenità di noi tutti.
La Repubblica sono le persone che ogni giorno si impegnano con gesti di solidarietà, con il volontariato, nell'impegno quotidiano a favore dell'altro.
La Repubblica sono le persone che lavorano nei luoghi di cura per assicurare ai cittadini salute e benessere.
La Repubblica sono i giovani che devono avere l'opportunità di realizzarsi con uno sguardo sul futuro.
La Repubblica sono le donne e gli uomini che quotidianamente difendono i valori della nostra Costituzione, ognuno nel proprio ruolo, incarnandoli nell'agire quotidiano.
Oggi, a distanza di quasi ottant'anni, i principi su cui si fonda la nostra Repubblica sono più che mai attuali. In un mondo complesso e in continua evoluzione, è fondamentale custodire e promuovere i valori di democrazia, tolleranza e inclusione.
È nostra responsabilità quotidiana difendere la legalità, promuovere la giustizia sociale, tutelare l'ambiente e costruire un futuro di pace e prosperità. Il 2 giugno è un invito all'azione per il presente e per il futuro che deve coinvolgere soprattutto le nuove generazioni: a loro spetta il compito di portare avanti l'eredità dei padri costituenti, di innovare, di creare, di impegnarsi per un'Italia sempre più giusta, solidale e aperta.
Che questa giornata sia l'occasione per rinnovare il nostro impegno verso la nostra amata Italia, con la consapevolezza che la Repubblica è un bene prezioso che va curato, difeso e migliorato ogni giorno.
Oggi e sempre buona Festa della Repubblica a tutti noi, che cerchiamo di essere all'altezza dei valori che hanno ispirato la Costituzione.
Viva il 2 giugno, viva la Repubblica, viva la Costituzione, viva l'Italia».