Condanna irrevocabile, confiscati beni per 20 milioni di euro a Dello Russo
I Carabinieri hanno eseguito un decreto di confisca allargata (o per sproporzione). Un capitale enorme attaccato dallo Stato
giovedì 18 settembre 2025
16.11
Si sgretola ulteriormente l'impero economico del clan Dello Russo di Terlizzi. All'alba di oggi, infatti, i Carabinieri del Comando Provinciale di Bari hanno eseguito un decreto di confisca allargata (o per sproporzione) a beni mobili e immobili del valore di 20 milioni di euro a carico di Roberto Dello Russo, 45enne di Terlizzi.
Un capitale enorme attaccato dallo Stato. Tra i beni confiscati è finita anche la «sontuosa villa» dove risiede l'uomo, sulla strada provinciale 2 per Ruvo di Puglia: la sua abitazione, nella corte interna di una masseria, si trova in un complesso residenziale dove ha sede anche una azienda dedita alla compravendita di rottami ferrosi e al commercio di autoveicoli e pezzi di ricambio. Terreni e fabbricati sottratti a quello che gli inquirenti ritengono «il capo indiscusso dell'omonimo clan».
I militari hanno infatti eseguito un decreto di confisca, emesso dalla prima sezione penale della Corte di Appello di Bari su richiesta della Procura Generale della Repubblica di Bari, a seguito della condanna irrevocabile a 4 anni reclusione e 20mila euro di multa per reati in materia di droga, per fatti commessi nell'aprile del 2006 fra Bari, Grumo Appula e Terlizzi. Oltre alla villa dell'uomo ad essere colpiti sono anche tre terreni (due mandorleti e un uliveto) e due fabbricati industriali.
«Il provvedimento emesso dalla Corte d'Appello di Bari - è scritto in una nota - ha accolto completamente la proposta della Procura Generale della Repubblica di Bari, la quale, in considerazione della condanna definitiva dell'indagato, ha formulato la richiesta sulla base della preliminare attività svolta dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Bari distaccato presso la Procura Generale e dagli accertamenti patrimoniali effettuati dal Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Bari».
I militari dei corpi, infatti, «hanno ricostruito gli introiti dell'intero nucleo familiare, fornendo così un corposo quadro probatorio in ordine alla provenienza illecita della sua ricchezza e che costituirebbe il compendio del traffico di stupefacenti». L'operazione, infatti, eseguita sulla base della previsione normativa del comma 1 dell'articolo 240 bis del codice penale, ha colpito, «per conclamata sproporzione, i beni che l'uomo risulta avere in misura sproporzionata ai redditi dichiarati».
Soltanto a luglio scorso, sempre a Dello Russo, sono stati confiscati beni mobili e immobili del valore di 20 milioni di euro: non solo la villa dell'uomo, ma anche cinque fondi agricoli, quattro fabbricati, disponibilità bancarie depositate presso cinque istituti di credito e 36 tra automobili, autoarticolati e mezzi industriali.
Un capitale enorme attaccato dallo Stato. Tra i beni confiscati è finita anche la «sontuosa villa» dove risiede l'uomo, sulla strada provinciale 2 per Ruvo di Puglia: la sua abitazione, nella corte interna di una masseria, si trova in un complesso residenziale dove ha sede anche una azienda dedita alla compravendita di rottami ferrosi e al commercio di autoveicoli e pezzi di ricambio. Terreni e fabbricati sottratti a quello che gli inquirenti ritengono «il capo indiscusso dell'omonimo clan».
I militari hanno infatti eseguito un decreto di confisca, emesso dalla prima sezione penale della Corte di Appello di Bari su richiesta della Procura Generale della Repubblica di Bari, a seguito della condanna irrevocabile a 4 anni reclusione e 20mila euro di multa per reati in materia di droga, per fatti commessi nell'aprile del 2006 fra Bari, Grumo Appula e Terlizzi. Oltre alla villa dell'uomo ad essere colpiti sono anche tre terreni (due mandorleti e un uliveto) e due fabbricati industriali.
«Il provvedimento emesso dalla Corte d'Appello di Bari - è scritto in una nota - ha accolto completamente la proposta della Procura Generale della Repubblica di Bari, la quale, in considerazione della condanna definitiva dell'indagato, ha formulato la richiesta sulla base della preliminare attività svolta dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Bari distaccato presso la Procura Generale e dagli accertamenti patrimoniali effettuati dal Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Bari».
I militari dei corpi, infatti, «hanno ricostruito gli introiti dell'intero nucleo familiare, fornendo così un corposo quadro probatorio in ordine alla provenienza illecita della sua ricchezza e che costituirebbe il compendio del traffico di stupefacenti». L'operazione, infatti, eseguita sulla base della previsione normativa del comma 1 dell'articolo 240 bis del codice penale, ha colpito, «per conclamata sproporzione, i beni che l'uomo risulta avere in misura sproporzionata ai redditi dichiarati».
Soltanto a luglio scorso, sempre a Dello Russo, sono stati confiscati beni mobili e immobili del valore di 20 milioni di euro: non solo la villa dell'uomo, ma anche cinque fondi agricoli, quattro fabbricati, disponibilità bancarie depositate presso cinque istituti di credito e 36 tra automobili, autoarticolati e mezzi industriali.