Chiusura col botto per il Sovereto Festival tra musica e teatro

Standing ovation per la cantante jazz Simona Molinari

lunedì 29 luglio 2019 12.21
A cura di Vincenza Urbano
Musica, arte e teatro si sono armonizzati perfettamente ieri sera, 28 luglio, durante l'evento conclusivo della settima edizione del Sovereto Festival, in un tripudio scoppiettante di suoni, colori ed emozioni. Un fiume di persone ha abitato fino a tardi il borgo medievale, scrigno prezioso di cultura jazz, esaurendo tutti i posti a sedere e occupando gli spazi rimasti vuoti, pur di assistere alle performance artistiche dei tanti ospiti intervenuti. «Bravissimi tutti. Oggi si è raggiunto l'acme della kermesse», afferma pago il sindaco Ninni Gemmato, «Sono momenti magici, il pubblico si è affezionato alla quattro giorni nella nostra splendida cornice di Sovereto».

Ad aprire l'ultima serata, il seguitissimo spettacolo teatrale "Mannaggia!", scritto, diretto e interpretato da Roberto Petruzzelli, con l'accompagnamento di Sandro Cardascio alla fisarmonica. Nell'atrio del santuario della Madonna di Sovereto, il duetto ha omaggiato un pittore impressionista di origine barlettane, oggi poco ricordato, Giuseppe De Nittis. Nato nel 1846 e deceduto a soli trentotto anni per un ictus cerebrale, Peppino, come era notoriamente conosciuto, ha avuto un'esistenza densa di sofferenze ma anche ricca di successi personali. Quartogenito orfano di genitori sin da piccolo, a causa del papà suicidatosi per esser stato imprigionato per motivi politici e della mamma morta di parto, ha subito anche il lutto di sua figlia e di suo fratello, anch'egli suicida. Poco incline a ogni rigidismo formale, è stato espulso dall'Accademia di Belle Arti di Napoli per indisciplina; successivamente ha viaggiato per l'Europa, in Francia e in Inghilterra. A Parigi, ha conosciuto sua moglie Leontine, orfana come lui e sua musa ispiratrice: nella capitale francese De Nittis si è affermato come artista, tanto da vendere più quadri di Renoir e da essere molto invidiato dai suoi competitor.

Roberto Petruzzelli nel suo monologo è riuscito a far emergere abilmente la personalità del pittore, insofferente a qualsiasi forma di dipendenza, come quella della cecità. Sino alla fine dei suoi giorni, De Nittis ha continuato a dipingere ovunque e a «cercare l'anima dei colori» nonostante le tenebre si facessero strada nei suoi occhi. Nutriva l'esigenza di mettere su tela qualsiasi cosa vedesse, in modo da lasciare la sua eredità al mondo. «Il buio non mi fa paura…vieni ti aspetto! Devo imprimerli ovunque…nella mente…sulle mani…sulla pelle…con calma, senza fretta! Non devo dimenticare mai più il loro gusto, gli odori…devono ora diventare parte completa di me. Così li riconoscerò sempre!».

A calcare il palcoscenico centrale, due giovanissimi cantanti emergenti di Terlizzi, entrambi di diciannove anni, cui è stata offerta la possibilità di esibirsi dopo esser stati accuratamente selezionati nei mesi passati. Marina De Sario, voce e chitarra elettrica, genere hindie folk, e Leonardo Tesoro, in arte Leo Lennox, rapper in erba, hanno cantato due brani a testa. «Abbiamo scelto di riservare la serata di punta ai giovani, auspicando che funga per loro da trampolino di lancio», spiega soddisfatta Lucrezia Chiapparino, assessore alla cultura, «Anche il prossimo anno promuoveremo i nuovi talenti attraverso audizioni».

Standing ovation per la bellissima Simona Molinari, ospite d'eccezione invitata dal Maestro Paolo Lepore, che ha incantato il pubblico, infiammandolo con la professionalità, il sorriso smagliante, la limpidezza e la potenza della sua voce. Classe 1983, di origini napoletane, Molinari ha iniziato a cantare all'età di otto anni, per poi concentrarsi sulla musica leggera, sul jazz e sulla musica classica, fino a raggiungere il diploma al conservatorio Alfredo Casella dell'Aquila. Ha partecipato a due edizioni di Sanremo, nel 2009 e nel 2013.

Per più di un'ora, con il supporto indispensabile della Jazz Studio Orchestra, la cantante ha ammaliato la platea che ha intonato i brani insieme a lei, come "Egocentrica" e "La felicità", sino a dimostrare tutta la sua bravura cimentandosi magnificamente con la "Carmen" in lingua cinese. La raffinatezza e l'eleganza sono state talmente apprezzate da chiedere a gran voce un bis felicemente concesso.

A salutare definitivamente l'edizione 2019 del Sovereto Festival, il Nico Catacchio Quintet, con la presentazione del cd "Kinesi". Contrabbasso, sax, chitarra, pianoforte e batteria, dal sound molto statunitense, hanno inebriato gli ascoltatori fino a mezzanotte e mezza, i quali si sono mantenuti quasi in un religioso silenzio per apprezzare la bellezza dei componimenti musicali. «La musica non è statica, è in continuo movimento perché sposta gli animi», commenta emozionato il contrabbassista Nico Catacchio.
Serata conclusiva del Sovereto Festival 2019
Serata conclusiva del Sovereto Festival 2019
Serata conclusiva del Sovereto Festival 2019
Serata conclusiva del Sovereto Festival 2019
Serata conclusiva del Sovereto Festival 2019
Serata conclusiva del Sovereto Festival 2019
Serata conclusiva del Sovereto Festival 2019
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Serata conclusiva del Sovereto Festival 2019
Serata conclusiva del Sovereto Festival 2019
Serata conclusiva del Sovereto Festival 2019
Serata conclusiva del sovereto Festival 2019
Serata conclusiva del sovereto Festival 2019
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