Area ex Scianatico, la lettera aperta dell'UDC Terlizzi

La critica del partito centrista: «Una partecipazione dell'1,1% non può essere letta come una base solida per scelte strategiche»

mercoledì 23 luglio 2025
A seguito dell'incontro pubblico dello scorso 17 luglio sul futuro dell'ex area Scianatico, il comitato direttivo dell'UDC Terlizzi ha formulato una lettera aperta ai cittadini e all'amministrazione comunale, evidenziando talune anomalie riscontrate. Si evidenzia, in particolar modo, come la partecipazione dei terlizzesi sia stata davvero esigua: al sondaggio sul futuro della zona industriale hanno, infatti, aderito circa trecento persone.

Di seguito la nota completa del circolo locale dell'UDC.

«L'ex stabilimento Scianatico è una ferita aperta nel tessuto cittadino. Da oltre vent'anni, il vecchio stabilimento Scianatico giace abbandonato e degradato nel cuore della nostra città. Un luogo che avrebbe potuto diventare un simbolo di rinascita urbana e partecipazione collettiva è rimasto, invece, un vuoto fisico e simbolico.

E oggi, ancora una volta, il rischio di inseguire un miraggio lo diventa sempre più. Terlizzi non è proprietaria di quell'area, al netto della curatela fallimentare e dell'attribuzione, forse, di una piccola parte di essa. L'amministrazione ha promosso un'indagine partecipativa per raccogliere idee e opinioni sul suo futuro.

Futuro non programmabile, ma appartenente al mondo dei sogni. Infatti, chi ci amministra non conosce gli esiti, non può disporre di quell'area e tantomeno non può programmare nulla. Senza proprietà e dati certi alla mano, si è tenuta nei giorni scorsi la seconda edizione del mondo dei sogni.

Anche i numeri del sondaggio parlano chiaro: su circa 26.000 abitanti solo 300 cittadini hanno risposto. Una partecipazione pari dell'1,1%, che non può in alcun modo essere letta come una base solida per scelte strategiche.

A questa debole risposta, si è aggiunto un incontro pubblico per la presentazione dei risultati dell'indagine, al quale hanno partecipato appena 25 persone, oltre alle figure istituzionali. Un evento che, più che un momento di confronto, è sembrato una messa in scena autoreferenziale.

E allora ci chiediamo: chi sta decidendo per davvero il futuro dell'area Scianatico? Non basta un questionario mal distribuito o un incontro formale per parlare di partecipazione e progetti. I cittadini di Terlizzi non hanno partecipato perché non si sentono realmente ascoltati e hanno capito che si parla del nulla. Il silenzio, in questo caso, non è consenso, ma sfiducia.

Perché è grave tutto questo? Perché si rischia di trasformare la rigenerazione di quell'area in un libro dei sogni.
Cosa chiediamo: L'area Scianatico merita un futuro degno della nostra comunità, ma per costruirlo servono certezza di proprietà, partecipazione vera e non teatrini istituzionali. Terlizzi non è indifferente. È stanca, ma può ancora risvegliarsi».