Mario De Chirico La Prigione
Mario De Chirico La Prigione
Attualità

Ottimo l'esordio dello scrittore Mario De Chirico in pinacoteca De Napoli

Una riflessione intimistica ed esistenzialista anche sulla generazione under 30

Una personalità affascinante, un animo maturo e consapevole, una voce calda e avvolgente: sono i tratti distintivi del ventiseienne Mario De Chirico, che il 29 dicembre ha catalizzato su di sé l'attenzione del parterre in pinacoteca "Michele De Napoli". La dissertazione sul suo primo libro "La prigione" ha rivelato il grande spessore culturale del nostro concittadino, attraverso pensieri sopraffini e proprietà linguistiche auliche, espressioni non solo di un brillante percorso universitario ma anche di una sensibilità coltivata giorno per giorno.

Ai suoi esordi come scrittore, De Chirico ha scelto la forma del romanzo intimistico ed esistenzialista mediante un monologo che il protagonista rivolge alla sua amata. L'amore verso la donna rappresenta l'escamotage per leggere dentro se stessi e ricongiungersi con il proprio io. La relazione amorosa giunta al capolinea è l'inizio di un percorso forte e doloroso che passa per la solitudine, l'oblio e il silenzio: una strada impervia, ma necessaria, affinché la sofferenza sia generatrice di nuove considerazioni sino a condurre a una vigorosa rinascita interiore.

«Un'oscillazione tra ideale e reale» è la descrizione impiegata da Emma Ceglie, professionale moderatrice dell'evento, che ha saputo trasmettere all'uditorio l'essenza delle pagine, fungendo da guida nel viaggio intellettuale con De Chirico, «Vedere orizzonti azzurri anche da finestre che non hanno vista mare».

L'autore ha scelto, peraltro, di non fornire i nomi dei due personaggi né di indicare il luogo che fa da cornice al denso flusso di coscienza: si immagina, però, una ricca città del nord Italia, connotata da ritmi frenetici che lasciano pochi momenti per fermarsi a pensare. «Come esseri umani tendiamo sempre a puntare il dito: nominare significa chiamare, additare, indicare», spiega l'artista, «indicare, tuttavia, vuol dire non concentrarsi su se stessi».

Numerosi e ad ampio respiro sono gli spunti di riflessione forniti sulla generazione under trenta: una sopravanzata disillusione sulla mancata realizzazione dei propri sogni del cassetto, una presa d'atto che la realtà può divenire ostile alla propria evoluzione. «Siamo stati abituati a correre. A un certo punto, però, non c'è più nulla da rincorrere e sopraggiunge la fatidica domanda:"E poi?"», sono le intense osservazioni condivise da De Chirico con il pubblico, «O ci si schianta contro il muro o si cambia direzione. Il mondo ti pilota o ti impone il pilota automatico. Eppure puoi guidare la tua direzione dove vuoi tu».

Alla base bisogna imparare a dar valore alla propria persona mediante il rispetto per il proprio essere e la possibilità di scegliere tra varie opzioni quella che non abbrutisce interiormente, in modo da arginare il rischio del decadimento. «Non c'è peccato nel fallire. Per eliminare il marcio, occorre guardare l'ambiente circostante con lenti pulite. Una sorta di principio di autodeterminazione, in virtù del quale scelgo chi sono e decido dove voglio andare».

Le gabbie emozionali, pertanto, sono funzionali alla propria crescita, sempre se queste vengano analizzate con uno spirito critico. È un «gioco di prospettive», che dipende dagli angoli di visuale adottati, così da godere di un panorama più esteso.

«Auspico che il lettore possa riconoscersi nelle ansie e nelle paure, in maniera da sentirsi capito e un po' meno solo», è il desiderio dell'autore che ha trasfuso parte di sé nel romanzo, «nelle righe c'è la parte vera e onesta di me, ma c'è anche la rielaborazione di storie vissute e di fantasia. Il fatto che ci sia poco di autobiografico non rende l'opera falsa o meno sensibile».

Molto soddisfatta anche l'Assessora alla cultura, Ornella Rutigliani, per la buona riuscita della presentazione del libro in pieno clima festivo, a due giorni dal capodanno. «Sono lieta di promuovere gli scrittori locali, conferendo loro la giusta importanza. I lettori, inoltre, sono curiosi di conoscere il volto degli autori per scoprire chi si cela dietro le parole messe per iscritto. Auguro a Mario De Chirico che questo possa essere il primo di una lunga serie di romanzi».
5 fotoMario De Chirico-presentazione del libro "La prigione"
Mario De Chirico Emma CeglieMario De Chirico La PrigioneEmma Ceglie Mario De Chirico Ornella RutiglianiFirmacopie Mario De Chiricopubblico dicembre
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